Il Soldato nella Rete al Santa Maria della Scala, 22 e 23 novembre.
Va in scena al Museo del Santa Maria della Scala il terzo appuntamento della rassegna autunnale di Amat, Un anno da fiaba, in collaborazione con il Comune di Siena, la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala e i Teatri di Siena.
Un allestimento dedicato alle Scuole Superiori della provincia e realizzato da Amat con la collaborazione del Liceo Scientifico Galileo Galileo di Siena, del Balletto di Siena e con il contributo di Fondazione Monte dei Paschi, all’interno del percorso “Vie di uscita culturali” del Community Hub Culture Ibride.
Una storia senza tempo che pone molte domande, con la messa in scena di Paola Benocci, ispirata fedelmente all’opera di Igor Stravinskij Histoire du Soldat (1918) per ensemble strumentale da camera, narratore, attore e balletto.
La vicenda racconta di un giovane soldato che sta tornando a casa per una licenza; il diavolo lo lusinga e gli sottrae il violino in cambio di un libro che realizza, a suo dire, ogni desiderio. Per calare la vicenda nell’esperienza di oggi, abbiamo deciso che per noi quel libro è rappresentato da uno smartphone. Il ragazzo, fuorviato dalle richieste del diavolo, perde il suo tempo, la sua motivazione, la libertà e gli affetti: in sostanza, tutta la sua vita. La sua esistenza da questo momento sarà un susseguirsi di vicende alterne, dove, più o meno consapevolmente, sarà sempre sotto il controllo del diavolo, che alla fine si farà trovare pronto a rapirlo, portandolo via con sé al ritmo di una marcia trionfale.
Il progetto ha previsto dei laboratori realizzati in collaborazione con 4 classi del Liceo Galilei, grazie alla collaborazione del Prof. Andrea Sguerri e con la partecipazione dello psicologo Duccio Ciampoli. I video di corredo allo spettacolo, realizzati dai ragazzi, sono una finestra aperta sul loro modo di interpretare la vicenda e i problemi che essa pone.
Paola Benocci ci spiega come è stato pensato questo particolare adattamento: “Ciò che rende questa storia moderna è il tema dell’inganno e delle dipendenze. Abbiamo immaginato che l’oggetto “magico”, invece del libro, sia uno smartphone, con tutte le analogie che ne conseguono. Da qui desideriamo suscitare una riflessione sul rapporto dei ragazzi con il web e in particolare con i social network, sui rischi di questi strumenti e su come gli stessi possono essere invece usati in maniera sana e costruttiva”.
“Molto spesso” spiega Francesca Lazzeroni, “ci chiedono come facciamo a coinvolgere i ragazzi e come è possibile per noi, oggi, comunicare questo tipo di patrimonio culturale: pensiamo che la risposta sia rappresentata molto bene da questo allestimento. Il pubblico ha bisogno di ritrovarsi in quello che proponiamo, di vedere rispecchiate le proprie domande, i problemi, la propria vita. L’opera di Stravinskij, per sua natura, ci ha suggerito l’attualizzazione che abbiamo realizzato, che, pur rispettando la musica e la trama originali, parla dell’uomo e della donna di oggi, in maniera universale”.